Avete mai immaginato come sarebbe un solo giorno senza internet? Come sarebbe non poter accedere a Facebook, Whatsapp o Instagram?
Siamo talmente tanto abituati ad essere “collegati”, da non prendere neanche in considerazione cosa possa significare trascorrere anche una sola ora senza internet. Essere collegati a internet è diventato un aspetto della nostra quotidianità, al punto tale da essere considerato essenziale. Per evitare di rimanere scollegati mettiamo in atto tutta una serie di precauzioni, per evitare di trovarci in una situazione di disconnessione: ci portiamo dietro il carica batterie anche solo per mezza giornata, ci procuriamo apparecchi per poter ricaricare il telefono anche senza fili, andiamo in cerca delle wi-fi quando siamo in luoghi pubblici o siamo a corto di giga.
Quali situazioni ci mettono a rischio di disconnessione?
Basta poco. La batteria esaurita, un guasto improvviso o il trovarsi in una zona che non ha una copertura internet. Anche il rimanere molto tempo lontano dal telefonino o dal computer possono essere situazioni difficili da gestire.
Quindi, cosa può accadere quando ci troviamo senza smartphone e/o internet?
Una sensazione di panico vi assale se avete dimenticato lo smartphone a casa? La maggior parte delle attività quotidiane le fate con lo smartphone a portata di mano?
Non essere più in contatto, con la rete e/o con i principali social network, può determinare una sintomatologia simile a quella dell’attacco di panico, variabile per intensità a seconda dei casi.
E’ possibile che si presentino:
- mancanza di respiro
- vertigini
- tremori
- Sudorazione
- battito cardiaco accelerato
- dolore al torace
- nausea
Potreste anche non riuscire a resistere per più di dieci minuti senza controllare le notifiche del vostro cellulare o pensare che stia squillando quando invece non è così. Questi sintomi sono dei segnali che, se presenti, sono un invito a riconsiderare il tuo rapporto con il cellulare e la rete.
Un nuovo tipo di fobia?
Per descrivere il fenomeno della disconnessione si usa il termine di “Nomofobia” (o Sindrome da Disconnessione). Il termine è formato dalla parola anglosassone no-mobile e dalla parola fobia che si traduce con “paura di rimanere fuori dal contatto di rete mobile”.
In caso di nomofobia si può avere la sensazione di perdersi qualche cosa se non si controlla costantemente il cellulare. Il rischio di questo tipo di comportamento è che s’inneschi un meccanismo di dipendenza, fino a diventare qualcosa di cui non ci si rende più conto. L’attaccamento allo smartphone condivide lo stesso principio che sta alla base di tutte le altre dipendenze: si crea un’alterazione nella produzione della dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto in diverse funzioni cerebrali, tra cui la regolazione del comportamento.
Per controllare la paura di “perdersi qualcosa” o di rimanere scollegati la persona potrebbe mettere in atto una serie di comportamenti disfunzionali.
Ad esempio:
- stare al telefono molto tempo
- aspettare con ansia la risposta dell’altro (e magari sollecitare la risposta se tarda ad arrivare)
- vedere cosa accade agli amici attraverso i social network
- commentare, condividere
- non spegnere mai il cellulare, neanche di notte
- svegliarsi di notte per controllare il cellulare per rassicurarsi che non sia cambiato niente
- portarsi lo smartphone in luoghi poco appropriati (chiesa, bagno) o sentire la necessità di controllarlo in situazioni che non lo richiedono (cinema)
Quali sono le cause?
L’abitudine a essere tutti connessi e raggiungibili ha aumentato il nostro senso di sicurezza ma, contemporaneamente, ci ha reso anche più fragili. Grazie alla rete possiamo raggiungere persone e/o merci dall’altra parte del mondo, rendendole disponibili in tempi molto brevi. In questo modo ogni nostra richiesta è soddisfatta, se tutto va a buon fine. Quando la risposta, invece, tarda ad arrivare la frustrazione aumenta e noi ci troviamo sprovvisti per affrontarla. Così, difronte alla spunta di Whatsapp che non diventa blu ci preoccupiamo in modo spropositato, incalzando con altri messaggi per sollecitare una risposta da parte dell’altro in modo tale da colmare la nostra paura della solitudine e soddisfare il nostro bisogno di sicurezza.
Mettetevi alla prova
Prendetevi cinque minuti per chiedervi qual è il vostro rapporto con lo smartphone e la rete.
Iniziate a rispondere a queste semplici domande. Potreste rimanere sorpresi anche solo se vi fermate a chiedervi qual è la prima cosa che fate appena svegli la mattina. Se la risposta è controllare il telefono, allora il mio invito è di riconsiderare il rapporto con lo smartphone e la rete e chiedervi cosa significa per voi “essere connessi”.
- Appena sveglio: telefono o colazione?
- Quante volte controlli il cellulare prima di iniziare a lavorare?
- Spegni il cellulare o la connessione di notte?
- Quanto tempo riesci a stare senza controllare il cellulare?
- Hai bisogno di controllare il cellulare quando sei in compagnia di amici?
- Cosa provi se non puoi controllare il telefono?
Alcuni consigli
Il mio consiglio non è di eliminare né lo smartphone né i social network. Viviamo nella società di internet e, ormai, vita sociale e lavorativa passano anche attraverso questi canali.
Come mantenere allora un rapporto equilibrato con questi strumenti?
Basta seguire alcune semplici regole:
- Monitorate il vostro comportamento;
- Concedetevi dei momenti in cui poter stare senza telefonino;
- Di notte: spegnete il cellulare o staccate almeno internet;
- Silenziate le notifiche se dovete lavorare o volete concedervi una pausa e “non essere disturbati”;
- No al telefono a tavola: favorite le relazioni reali a quelle virtuali;
Buona connessione a tutti!